domenica 1 agosto 2010

Vassily Matvichyuk e l'umanità degli atleti..

A tutti i malati di calcio, a tutti i calciatori viziati e egoisti, consiglierei ogni tanto di guardare le gare di atletica..
Di questi europei di Barcellona ricorderò tre immagini:
1) la gioia imbarazzata di Cristophe Lemaitre, giovanissimo dominatore della velocità, che dopo le gare si concede a tutti per una foto, un'autografo, un cinque, quasi sorpreso di tanto affetto nei suoi confronti.
2) lo sguardo triste di Beppe Gibilisco. Nel 2003 quando aveva vinto il mondiale era un giovane guascone, spaccone e sicuro..
Ora, dopo anni bui, sembra dannato, sembra rassegnato, estraneo e reietto in un mondo che ha tutti i diritti di considerare come suo..
Avrei voluto vedere un sorriso di Beppe dopo il valicamento a 5.75 m, o almeno un urlo, un'incazzatura..
3) le lacrime di Matvichyuk, maratoneta ucraino, tesserato da anni per la Cover Verbania.
Vassily nella gara di oggi ha dato una lezione di umanità a molta gente; ha dimostrato che i professionisti hanno cuore e riconoscenza.
Matvichiuk è un maratoneta da 2h10", molto forte. Come tutti gli alteti di primo livello, vista la crisi per i crampi, avrebbe potuto tranquillamente ritirarsi e, invece, è arrivato attorno alla ventesima posizione, quasi in 2h30".
Vassily correva col lutto per una sua dirigente, recentemente scomparsa. Nell'intervista con la RAI piangeva come un bambino, si stringeva il cuore a vederlo cosi commosso, nel sentire la sua determinazione a finire, per dedicare la gara a questa persona..
Matvichiuk mi ha commosso.

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