
Prometto...non farò deviazioni podistico/atletiche.
Parlerò solo del libro, che ho finito oggi..
Alan Sillitoe è una piacevole sorpresa; un autore veramente sottovalutato nel panorama della letteratura del XX secolo.
A me "la solitudine del maratoneta" ricorda un pò "Gente di Dublino" di Joyce; l'epoca è diversa, ma lo schema è lo stesso: una raccolta di racconti che presenta uno spaccato sociale delle masse proletarie.
Sillitoe parla del popolo inglese in affanno e in difficoltà nel periodo tra le due grandi guerre; il lettore si sporca col fango delle strade di periferia e si intossica col fumo delle fabbriche, sente il freddo e la pena..
I personaggi che presenta provano a rialzarsi, sfidano a loro modo il sistema seguendo una linea di condotta che ritengono giusta e che va "fuori dal coro"; non sono eroi, ma gente comune, piena di problemi e complessi, eppure a loro modo sono unici e particolari.
I protagonisti della "solitudine del maratoneta" emergono in un contesto sociale che sta cambiando a ritmo frenetico e che non si ferma ad aspettarli.
Il libro ha molto da dire e, secondo me, andrebbe proposto anche a scuola.